1799 Sulle colline del Monferrato, il mese di settembre è la stagione della raccolta del granoturco. I contadini mettono a seccare le pannocchie sulle aie, ma non si fidano a lasciarle incustodite. I tempi sono tristi. C’è la guerra. Su un’aia di Capriglio una ragazzina di 11 anni è addetta alla sorveglianza. Se arriva qualche ladruncolo, deve gridare. Gli adulti, che lavorano nella vigna poco lontano, correranno con i forconi.
Ma invece dei ladruncoli arriva uno squadrone di soldati a cavallo. Come si fa a gridare contro uno squadrone di cavalleria? E i cavalli si dimostrano subito più voraci dei ladruncoli: abbassano i musi sulle pannocchie e le sgranocchiano con i tentoni, mentre i soldati, sciabole ai fianchi, parlano tra loro in una lingua straniera.
La ragazzina si sforza di vincere la paura, prende per la briglia i cavalli più vicini, cerca di allontanarli, grida anche. Niente da fare. Allora, sapendo quanto lavoro e quanto sudore c’è in quelle pannocchie, afferra un tridente.
Mena botte sulle schiene dei cavalli, e poiché non basta ancora, gira il tridente dalla parte del ferro. Colpiti sui fianchi e sui musi dalle punte acute, i cavalli nitriscono e si mettono in fuga. I cavalieri li inseguono e si perdono giù per la collina.
Quella ragazzina coraggiosa si chiama Margherita Occhiena. È nata a Capriglio il 1° aprile 1788, è la terza tra cinque fratelli e sorelle, in una famiglia cristianissima.
Il sì a un giovane vedovo
Cresce giovane e bella, spiritosa e gentile. Quando è una ragazza in fiore, è chiesta in sposa da molti. Dice il suo sì a un giovane vedovo con un bambino. Entra nella casa di Francesco Bosco, dove è già entrato il dolore, e dove il suo primo compito sarà quello di consolare.
Le nascono due figli, Giuseppe e Giovanni. Quest’ultimo, diventato don Giovanni Bosco, scriverà con semplicità dei suoi genitori: «Il nome di mia madre era Margherita Occhiena di Capriglio, Francesco quello di mio padre. Erano contadini, che con il lavoro e con la parsimonia si guadagnavano onestamente il pane della vita.
Il dolore, nella sua forma più cruda, tornò presto a bussare alla porta di quella famiglia. Don Bosco continua a scrivere: «Non avevo ancora due anni quando mi morì il padre. Ricordo le parole di mia madre:Eccoti senza padre, Giovanni”. Quella frase:Eccoti senza padre mi è rimasta sempre in mente.
Quando suo marito Francesco morì, Margherita aveva 29 anni. Abbastanza giovane per il peso da portare (tre figli, la suocera semi paralizzata in poltrona, casetta e campi appena sufficienti alla sopravvivenza). Ma non spese molti giorni nel compiangere se stessa. Si rimboccò le maniche e cominciò a lavorare. I lavori più pesanti (caratura, la mietitura, il lavoro di zappa) le sciupavano le mani. Ma quelle mani sciupate sapevano ugualmente accarezzare con dolcezza i suoi bambini. Perché era una lavoratrice, ma soprattutto rimase mamma dei suoi figli.
Sotto gli occhi di Dio
Il valore fondamentale che mamma Margherita regala ai suoi figli è il senso di Dio. «Dio ti vede» e una delle sue parole più frequenti. Lascia che i suoi bambini vadano a scorrazzare nei prati vicini, e mentre partono dice: «Ricordatevi che Dio vi vede». Se li scorge in preda a piccoli rancori, o sul punto di inventare una bugia per cavarsi d’impaccio: «Ricordatevi che Dio vede anche i vostri pensieri. Se la notte è stellata, mentre stanno a prendere il fresco sulla soglia dice: «È Dio che ha creato il mondo e ha messo tante stelle lassù». Quando i prati sono pieni di fiori, mormora:
«Quante cose belle ha fatto il Signore per noi. Dopo la mietitura, dopo la vendemmia, mentre tirano il fiato dopo la fatica del raccolto, dice: «Ringraziamo il Signore. E stato buono con noi. Anche dopo il temporale e la grandine che ha rovinato tutto, la mamma invita a riflettere: «Il Signore ha dato, il Signore ha tolto. Lui Sto arrivando! il perché. Se però siamo stati cattivi, ricordiamoci che con Dio non si burla.
Sono tempi più duri dei nostri. Andare a scuola, per suo figlio Giovanni, è una fatica non indifferente. Eppure lei sa che la scuola aprirà a suo figlio la strada che il Signore gli ha tracciato, e lo incoraggia al sacrificio.
Quando il suo Giovanni, dopo tante fatiche e tanti stenti, è alla vigilia del sacerdozio (una missione sublime, ma anche una tentazione di vita comoda) gli dice con risolutezza: «Te lo voglio dire subito: se ti facessi prete e per disgrazia diventassi ricco, non metterò mai piede in casa tua. Ricordalo bene».
Don Bosco non dimenticò mai quelle parole. Fu prete povero, e nei primi anni si spese così tanto per i ragazzi poveri che rischiò seriamente di morire.
E quando guarì disse a sua madre:
- Mamma, un giorno mi avete detto che se diventavo ricco non sareste mai venuta a casa mia. Ora invece sono povero e carico di debiti. Abitare da solo nel quartiere di Valdocco è rischioso per un prete. Mamma, perché non venite a passare qualche tempo con me? Ho affittato tre stanze, e presto ospiterò ragazzi abbandonati. Non verreste a far da mamma ai miei ragazzi?
Quella donna ormai anziana (58 anni) rimase pensosa. Poi mormorò:
- Se credi che questa sia la volontà di Dio. vengo.
Abbandono la sua casa contadina, per entrare nella miseria delle case operaie di quel tempo
Inesauribile come ogni mamma
In pochi anni i «birichini» di don Bosco divennero tanti. Avevano trovato una mamma, inesauribile come ogni mamma. La chiamavano così, d’istinto, e la «usavano» così. Entravano di corsa ogni momento in cucina, con le scarpe infangate, la voce squillante:
- Mamma, non ho più il fazzoletto.
- Mamma, me la date una mela?
- Mamma, è pronta la minestra?
- Mamma, ho strappato i pantaloni
Bisognava trovare il necessario per vestirli, sfamarli, curarli. Bisognava trovare specialmente un’infinita pazienza, che non si esaurisce mai. Margherita cucinava pentole e pentole di minestra e di polenta, e coltivava (e difendeva dalle corse scatenate dei ragazzi) il suo orto, dove raccoglieva pomodori e lattughe quando il borsellino di don Bosco era all’asciutto.
«Non ce la faccio più»
Quell’orto fu la goccia che un giorno fece traboccare il vaso. Nel pomeriggio di una domenica, i ragazzi giocavano alla guerra, e pestarono lattughe, prezzemolo e pomodori. La mamma, che assistette al disastro, ne fu avvilita.
La sera tardi i ragazzi erano andati a dormire, e lei come al solito aveva davanti un mucchietto di roba da aggiustare: le lasciavano in fondo al letto la camicia strappata, i Calzoni sdruciti, le calze con i buchi. E lei doveva affrettarsi davanti al lume a olio, perché al mattino non avevano altro da indossare. Don Bosco, li vicino, la aiutava mettendo le toppe ai gomiti e aggiustando le scarpe.
Quella Sera, la mamma non se la sentì più. «Giovanni – mormorò – sono stanca. Lasciami tornare ai Becchi. Lavoro dal mattino alla sera, sono una povera vecchia, e quei ragazzacci mi rovinano sempre tutto. Non ce la faccio proprio più».
Don Bosco non disse nemmeno una parola: non ce n’era nessuna capace di consolare quella povera donna. Fece solo un gesto: le indicò il Crocifisso appeso alla parete. E quella vecchia contadina capi. Chinò la testa sulle calze con i buchi, sulle camicie strappate, e riprese a cucire.
Non domandò più di tornare a casa. Consumerà i suoi ultimi anni tra quei ragazzi fracassoni, maleducati, ma che avevano bisogno di una mamma. Alzerà soltanto qualche volta di più i suoi occhi al Crocifisso, per prenderne forza, povera vecchia stanca.
15 novembre 1856. Mamma Margherita cade ammalata. È una polmonite violenta, che si manifesta subito micidiale per i suoi 68 anni logorati dal gran lavorare.
L’eroismo di questa donna che si sta spegnendo è stato tutto a base di stracci da rammendare, di fieno e grano da falciare, di bucato e pentole. Eppure in quelle umili faccende c`era la fortezza del non stancarsi mai, la fiducia nella Provvidenza Tra le patate da sbucciare e la polenta da rimestare venivano fuori gli insegnamenti della fede, il buon senso pratico, la bontà dolce della mamma.
Don Bosco ha imparato da lei il suo sistema educativo. È stato lui per primo ad essere educato con ragione, religione, amorevolezza. La Congregazione Salesiana è stata cullata sulle ginocchia di mamma Margherita, che ora si va spegnendo come una candela.
Si spegne alle tre del mattino del 25 novembre. Due ore dopo, don Bosco inizia la celebrazione della santa Messa per sua mamma. Dopo, si inginocchia ai piedi della Madonna e le dice: «Ora io e i miei figli siamo senza madre sulla terra. Stateci vicina. Fateci da madre voi».
(tratto da “Festeggiamo Don Bosco”, Teresio Bosco, 1987)
25 Novembre 2019 — 21:58
Commovente ed edificante
1 Febbraio 2022 — 22:50
Vorrei essere anch’io madre paziente ed amorevole, come Margherita fu per Giovanni e per i suoi biricchini.