Durante i suoi anni al ginnasio, Giovanni Bosco sembrava possedere una virtù segreta e straordinaria che lo aiutava oltre all’ingegno e alla memoria. Una notte sognò di ricevere un compito in classe e, appena sveglio, lo scrisse rapidamente con l’aiuto di un prete amico per tradurlo.
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Destino vocazionale (1831, MB I, 243-244)
Giovanni Bosco, durante i suoi giorni a scuola a Castelnuovo, aveva stretto amicizia con un compagno di nome Giuseppe Turco, il cui padre lo incoraggiava e gli augurava di studiare bene, promettendogli l’aiuto della Madonna. Giovanni, desideroso di continuare gli studi e diventare prete nonostante le difficoltà finanziarie della madre, sperava nel sostegno divino.
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Rimprovero per poca fede (1831, MB I, 218)
Dopo la morte di D. Calosso, Giovanni Bosco fu profondamente colpito e addolorato. Piangeva costantemente il suo benefattore e pensava a lui sia di giorno che di notte, arrivando anche a sognarlo. Il lutto fu aggravato dal suono funebre delle campane che annunciavano la morte del Pontefice Pio VIII. La sua tristezza preoccupò Margherita, che lo mandò per un po’ di tempo a Capriglio con suo nonno per evitare che la sua salute ne risentisse. Tuttavia, durante questo periodo, Giovanni ebbe un sogno in cui veniva rimproverato per aver messo la sua speranza negli uomini anziché nella bontà del Padre Celeste.
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