La morte di D. Calosso però era per Giovanni un gran disastro. Egli piangeva incessantemente il benefattore defunto. Se era sveglio, pensava a lui; se dormiva, di lui sognava. Accresceva la sua mestizia il suono funebre delle campane, prolungato e ripetuto di parrocchia in parrocchia, per il Pontefice Pio VIII, morto il 31 novembre.

Le cose andarono tanto oltre, che Margherita, temendo per la sua sanità, lo mandò per alcun tempo a Capriglio con suo nonno. La bontà divina tuttavia non lasciollo senza conforto. Egli scrisse nelle sue note: “A quel tempo feci altro sogno, secondo il quale io era acremente biasimato, perchè aveva riposta la mia speranza negli uomini e non nella bontà del Padre Celeste”.

(1831, MB I, 218)