Di seguito il riassunto del testo suddiviso secondo i sottotitoli:

  • Leone XIII e Don Bosco: Gioacchino Pecci diventa papa nel 1878, noto per la sua saggezza e diplomaticità. Incarica Don Bosco di completare il tempio del Sacro Cuore di Gesù a Roma senza chiedere finanziamenti papali, ma solo la benedizione speciale per i donatori. Don Bosco raccoglie fondi in Italia, Francia e Spagna e la chiesa è consacrata nel 1887, dove Don Bosco celebra la sua ultima messa di ringraziamento.
  • Beato transito: Alla fine della sua vita, Don Bosco è circondato dai suoi più stretti collaboratori. Riceve l’ultima benedizione dal suo vicario, Don Michele Rua, e continua a svolgere il suo ministero apostolico fino alla morte il 31 gennaio 1888. Don Bosco muore raccomandando l’amore reciproco, la pratica delle buone opere e la difesa della santa sede.
  • Il trionfo e la gloria: I funerali di Don Bosco sono un trionfo con oltre centomila persone che accompagnano la sua salma. Nel 1929 viene proclamato beato e nel 1934 canonizzato da Pio XI. Le sue spoglie riposano nella chiesa di Maria Ausiliatrice a Torino, ricordato universalmente come l’apostolo della gioventù.

Leone XIII e Don Bosco

Gioacchino Pecci ascese al soglio di Pietro come successore di Pio IX nel 1878 e, pur essendo il primo papa senza potere temporale, con la sua sapienza e la sua fine arte diplomatica seppe riportare in primo piano l’influenza della santa sede.

A Roma era stato progettato un tempio in onore del sacro Cuore di Gesù ma i lavori non riuscivano a progredire e il papa, dopo essersi consultato con i cardinali, mandò a chiamare Don Bosco per affidargli l’impresa. Il santo rispose che il desiderio del papa era per lui un ordine e poiché il pontefice lo avvertì che non era in grado di sostenerlo economicamente, Don Bosco replicò che al papa non chiedeva danaro, ma soltanto una speciale benedizione per tutti coloro che avessero concorso all’edificazione della chiesa.

Con la benedizione del papa Don Bosco si mise a percorre l’Italia, la Francia e la Spagna chiedendo un obolo per portare al termine la chiesa del Sacro Cuore che poté finalmente essere consacrata il 14 maggio 1887 e nella quale Don Bosco rese grazie a Dio celebrandovi la messa.

Beato transito

Quando Don Bosco giunse al termine della sua vita i più stretti collaboratori si radunarono intorno a lui e il suo vicario Don Michele Rua gli sussurrò all’orecchio “Padre, dateci un’ultima benedizione” e sorreggendo la sua mano gli fece tracciare il segno della croce. Tra gli astanti era anche il vescovo missionario Cagliero, tornato dalla Patagonia, che recitava le preghiere per gli agonizzanti.

Fino all’estremo Don Bosco si era speso senza risparmiare le forze ormai deboli per esercitare il suo ministero apostolico, e negli ultimi giorni aveva confessato una trentina di giovani che avevano chiesto questo ultimo favore al loro padre spirituale. Dal suo letto di morte ripeteva le sue massime, raccomandando l’amore reciproco e la pratica delle buone opere, incitando i salesiani a difendere sempre la santa sede e ad adoperarsi in ogni modo per la salvezza delle anime. Don Bosco si spense il 31 gennaio 1888 in un alone di gloria immortale.

Il trionfo e la gloria

I funerali di Don Bosco assunsero il carattere di un vero e proprio trionfo con non meno di centomila persone che accompagnarono la sua salma all’ultimo riposo. Il vescovo celebrante concluse il suo discorso dicendo “Oggi abbiamo onorato la memoria di un grande uomo; domani innalzeremo una chiesa ad un santo”.

Fu facile profezia perché la glorificazione di Don Bosco non dovette attendere molto: nel 1929 fu proclamato beato e il giorno di Pasqua del 1934 il papa Pio XI procedette alla sua solenne canonizzazione. Le sue spoglie mortali riposano a Torino nella chiesa di Maria Ausiliatrice da lui fortemente voluta e la sua memoria è universalmente venerata come quella dell’apostolo della gioventù.