Nelle memorie di Don Bosco troviamo come egli si, presentasse a subire gli esami per l’ammissione tra i novizi francescani. “Approssimandosi la festa di Pasqua, così egli, che in questo anno 1834 cadeva il 30 di marzo, feci domanda per essere accettato tra i Riformati.
Mentre attendeva la risposta e a nessuno avevo palesato i miei intendimenti, ecco un bel giorno, presentarsi a me un compagno di nome Eugenio Nicco, col quale aveva poca famigliarità e interrogarmi:
- Dunque hai deciso di farti Francescano?
- Lo guardai con meraviglia: – E chi ti ha detto questo?
- E l’altro mostrandomi una lettera: – Mi vien scritto di avvisarti che sei atteso in Torino a prendere l’esame con me, perché io pure ho deciso di abbracciare lo stato religioso in quest’Ordine.
- Andai adunque al convento di S. Maria degli Angioli in Torino, subii l’esame, fui accettato alla metà di aprile,[9] e tutto era preparato per entrare nel convento della Pace in Chieri. Però pochi giorni prima del tempo stabilito per la mia entrata ebbi un sogno de’ più strani. Mi parve di vedere una moltitudine di quei religiosi colle vesti sdrucite indosso e correre in senso opposto uno all’altro. Uno di loro mi venne a dire:
- Tu cerchi la pace e qui la pace non la troverai. Vedi l’atteggiamento de’ tuoi fratelli. Altro luogo, altra messe Dio ti prepara.
- Volevo fare qualche domanda a quel religioso, ma un rumore mi svegliò e non vidi più cosa alcuna.
Esposi tutto al mio direttore, che non volle udire parlare né di sogno, né di frati:
- – In questo affare, rispondevami, bisogna che ciascuno segua le sue propensioni e non i consigli altrui”. Questa risposta del suo direttore ed il sogno avuto dovevano render senza dubbio perplesso il nostro caro Giovanni; ma non vedendo un motivo sufficiente per recedere dalla presa determinazione, pensò forse che nell’anno di noviziato avrebbe potuto fare esperienza, se convenivagli o no quel sodalizio.
D’altra parte Dio gli aveva messa nel cuore la propensione allo stato religioso, e questa egli sentiva farsi giorno per giorno più imperiosa, come vedremo nel corso del racconto. Pertanto, persuaso che Dio avrebbe guidato gli avvenimenti in modo da condurlo sopra la via, per la quale voleva procedesse, andò a Castelnuovo per chiedere la benedizione alla madre prima di indossare l’abito francescano. Margherita nulla aveva da opporre e come donna forte lo licenziò senza commuoversi.
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