In mezzo a’ suoi studi e alle altre occupazioni, Giovanni non dimenticava la propria famiglia, alla quale ritornava sovente coll’affettuoso pensiero. Verso Antonio, che quest’anno prendeva moglie, non solo non aveva il menomo rancore, ma nutriva una sincera affezione, che sempre conservò per tutto il tempo di sua vita.

Abbiamo detto che spesse volte sognava. Fra le altre, una volta sognò che il fratello Antonio, facendo il pane alla Cascina di Madama Damevino, presso casa sua, fosse sorpreso dalla febbre, e che, incontratolo per la strada e interrogatolo, gli aveva risposto:

  • Mi prese la febbre or ora; non posso più reggermi in piedi; debbo andarmi a riposare.

Raccontò al mattino il sogno a’ suoi compagni, i quali subito esclamarono:

  • Sta pure certo che avvenne come tu dici.
  • E fu vero. La sera giunse a Chieri il fratello Giuseppe, cui tosto domandò Giovanni:
  • Sta meglio Antonio? – Giuseppe meravigliato rispose: – Lo sai già che è ammalato?
  • Sì; lo so, replicò Giovanni.
  • Credo che sia cosa da poco, aggiunse Giuseppe; lo prese ieri la febbre, mentre stava facendo il pane presso Madama Damevino; ora però sta assai meglio.

Senza dare importanza a questo sogno, noteremo come esso svela i sentimenti più intimi del suo cuore, che lo indussero a beneficare la famiglia del fratellastro, appena ne fu in grado, come attesta Don Michele Rua.